La Dottoressa Amalia Oronos dello Studio Canestri racconta come tecnologia e estetica stanno rivoluzionando il sorriso.
Il sorriso è la nostra prima presentazione al mondo. È il biglietto da visita che ci accompagna in ogni occasione, dal lavoro alla vita sociale. E quando manca un dente, o quando la masticazione diventa difficile, non è solo l’estetica a risentirne: cambia il modo in cui viviamo, parliamo e persino il modo in cui ci sentiamo con noi stessi.
Per fortuna, oggi la protesi dentale non è più quella di una volta. Dimenticate le soluzioni scomode, visibili e da togliere la sera: oggi la tecnologia ci permette di restituire ai pazienti denti che sembrano – e funzionano – come quelli naturali. Lo abbiamo scoperto incontrando la Dottoressa Amalia Oronos dello Studio Canestri, che ci ha raccontato come la protesi dentaria sia diventata un concentrato di innovazione, estetica e personalizzazione.
«Le protesi dentarie si dividono principalmente in due tipi: mobile e fissa» ci spiega la dottoressa. «Le protesi mobili sono più indicate per pazienti di età avanzata, mentre le protesi fisse oggi possono essere utilizzate anche dai pazienti più giovani, soprattutto se supportate da impianti».
La differenza tra i due tipi è importante. La protesi mobile si appoggia sulle gengive e deve essere rimossa per la pulizia quotidiana; durante la masticazione può muoversi leggermente, causando qualche fastidio. La protesi fissa, invece, viene saldamente ancorata ai denti naturali o agli impianti, restando stabile come un dente vero e permettendo di masticare e sorridere senza problemi.
Uno dei miti da sfatare è che serva “tanto osso” per mettere un impianto. «Anche in presenza di osso ridotto possiamo intervenire, grazie a materiali biocompatibili che aiutano a ricostruirlo. L’impianto non è solo stabile: aiuta a mantenere l’osso, che altrimenti col tempo si riassorbirebbe» racconta la dottoressa. Il risultato è un’estetica migliore, un’occlusione corretta e un sorriso che dura nel tempo.
Il tocco innovativo dello Studio Canestri è l’utilizzo di uno scanner ottico per rilevare l’impronta. «Niente più fastidiose paste in bocca, tutto è rapido, preciso e soprattutto confortevole per il paziente» ci racconta. Il file digitale viene inviato al laboratorio, dove le corone o i ponti vengono fresati su misura e rifiniti per adattarsi perfettamente.
I materiali utilizzati sono di ultima generazione: ceramiche (materiale estetico molto simile allo smalto naturale, trasparente e brillante) e zirconia (una ceramica molto più resistente e dura, ideale per corone e ponti che devono sopportare la masticazione), oppure compositi trattati e cotti in laboratorio. Non è solo questione di estetica: «Un restauro deve integrarsi perfettamente nella bocca, rispettando gengive e tessuti molli. Il nostro obiettivo è che sia impossibile distinguere il dente naturale dalla protesi».
Quando le chiediamo quale sia il lavoro che la rende più fiera, la Dottoressa Oronos sorride: «Le corone singole nel settore anteriore sono una sfida. Quando il paziente si guarda allo specchio e non riesce a capire quale sia il dente naturale e quale quello rifatto… lì sappiamo di aver fatto centro. E poi ci sono i casi di chiusura dei diastemi, le faccette estetiche, i ponti per chi torna finalmente a masticare dopo anni: sono i momenti che ci ricordano perché facciamo questo lavoro».
Alla fine, perché farsi fare una protesi? Perché non è solo una questione estetica. Una protesi serve a riabilitare la funzione masticatoria, a ridare stabilità all’occlusione e a prevenire problemi futuri. Non si tratta solo di un sorriso più bello, ma di un sorriso più sano e funzionale.
E perché scegliere lo Studio Canestri? La risposta della dottoressa è semplice e diretta: «Perché siamo bravi!». Dopo questa chiacchierata, non possiamo che confermarlo.



